Già dall’hashtag, promotore dell’evento, tante cose si potevano intuire, ovvero che sarebbe stato uno spettacolo al confine tra favola e realtà, che Philipp Plein avrebbe trovato il modo più scenico possibile per dare il proprio addio a Milano, e che avrebbe scritto “un pezzo di storia” delle settimane della moda meneghina. Alice “in the wonderland” come il paese delle meraviglie da lui creato con un enorme giostra a luci psichedeliche, la casa “pan di zucchero”, le caramelle di dimensioni umane, gli alberi di zucchero filato, il carretto di caramelle, ma “In Ghettoland”, nel mood della periferia metropolitana, del pop americano, delle lotte di quartiere.
Le modelle in succinti shorts e totalmente ricoperte di catene dorate irrompono nella scena con la loro aggressività, creando un piacevole contrasto con la dolcezza e l’infantilità del contesto che le circonda. Sandali alla schiava alti sino al ginocchio si congiungono con i lacci delle aperture laterali di mini-tubini e micro-gonne. E’ la pelle e il jeans a dominare, che con il loro sapore grunge creano esaltazione alla lucentezza dell’oro di collane, rifiniture e occhiali aviator. E ancora lurex, tessuti a specchio e ricami barocchi ricoprono blazer, tutte sportive e pantaloni alla caviglia, in un esplosione di rapper e r’n’b.
A completare il tutto arrivano loro, le due donne protagoniste della serata: prima Paris Hilton, che dal candore di ragazza Barbie tira fuori il suo lato aggressivo indossando un lungo abito nero dai seducenti tagli sul bustier e sfilando come una modella, e poi Fierge, iconica star dei Black Eyed Peas, che irrompendo sulla scena in una cabriolet vintage, regala agli spettatori un mini-concerto dal sapore rap.
Si chiude così con una parata di soldatini, il giro di giostra delle modelle e un party psichedelico di cui Milano sentirà la mancanza.