E’ nel periodo apparentemente più “tranquillo” dell’anno, tra le fashion week woman di febbraio/marzo e le men collections di giugno/luglio, che va in scena un piccolo, ma non meno importante, frammento delle collezioni dei grandi stilisti: la Cruise Collection. Nata inizialmente per soddisfare il guardaroba delle ricche signore durante le loro vacanze nelle località più esclusive di Porto Fino, Capri, Saint Tropez, Monte Carlo e Saint Barth, oggi è diventata un vero e proprio appuntamento fisso che da il lancio alle tendenze che verranno presentate nelle fashion week successive di settembre (per quanto riguarda la primavera-estate) e di febbraio (per l’autunno-inverno). Filo conduttore tra le proposte della Cruise Collection è il tema del viaggio, del resort (da cruise) e viene presentato tutto ciò che è ideale per essere indossato durante le vacanze, sia in spiaggia, sia in montagna; al contrario della Main Collection, la Cruise non ha un calendario o una città fissa per essere presentata, ma ogni stilista sceglie la propria location in base alle proprie esigenze e preferenze. E così anche quest’anno Boss, Bottega Veneta, Burberry Prorsum, Chanel, Diesel, Dior, Emporio Armani, Fendi, Just Cavalli, Louis Vuitton, Max Mara, Preen by Thornton Bregazzi, Sonia by Sonia Rykiel e Tomas Mayer, hanno scelto la propria città e presentato la loro collezione che delinea quelle che saranno le tendenze della primavera estate 2016, e che verranno del tutto definite a settembre. Non casuale è stata la scelta di Dior che, nel pieno del festival di Cannes, ha presentato a Palais Bulles, dimora di Pierre Cardin progettata da Antti Lovag nel 1975 tra Cannes e Monaco, la sua serie di abiti da cocktail a tubino con gonne sfasate e a balze, dalle fantasie e tonalità riproducenti i colori e forme della costa azzurra; l’intera collezione dentro di se racchiude tutto lo spirito retro-futurista della villa facente da cornice alla sfilata. Louis Vuitton ha scelto, invece, Palm Springs dove, nell’immenso deserto, ha deciso di vestire una donna libera, selvaggia e comoda nelle sue ampie gonne e pantaloni a zampa in cotone e denim, con intarsi in pelle, serpente e coccodrillo, sormontati da bluse e top crop; quasi come una cowgirl, la donna di Ghesquière è pronta a cavalcare il suo destriero senza rinunciare al suo tocco glam ed elegante. Altra scelta fuori dalle righe è stata quella di Karl Lagerfeld con Seoul, nel lontano oriente; da sempre attento al mercato asiatico e alla sua ampia clientela, il kaiser ha presentato abiti che miscelano dentro se la cultura parigina con quella coreana, attraverso l’unione e la sovrapposizione di elementi provenienti dall’una e l’altra tradizione: e così il tweed tipico della maison europea si affianca con l’arte pop coreana, il tipico abito folkloristico asiatico con il tailleur Chanel, in una costruzione che non genera mai stonatura, ma avanza armonicamente nell’allegra e colorata passerella. Tra gli italiani, di particolare audacia è la maison Fendi: sotto la guida di Karl, il fiore Sterlizia diventa leitmotiv dell’intera collezione, non solo coprendo gli abiti con le sue fattezze, ma addirittura condizionandone totalmente i colori con la predominanza dell’ocra, verde e giallo zafferano. Lo shantung è il tessuto predominante, che con la sua lucentezza rispecchia perfettamente il calore e la fisionomia di questo fiore esotico.