My First Day of MFW: Elisabetta Franchi, Alberta Ferretti, Fausto Puglisi

E’ un mercoledì di metà febbraio e Milano si risveglia in un clima fresco, autunnale. La pioggia dilaga ovunque bagnando strade e red carpet allestiti nei punti focali della città; gli ombrelli colorati invadono prepotentemente le vie creando luminosi arcobaleni che contrastano il grigiore dei palazzi. Davanti ai teatri allestiti per i fashion show, nuvole di giornalisti, blogger, fotografi e modelle si accalcano in fermento, ansiosi di vedere le collezioni delle loro divinità.

All’interno dei palazzi, gli stilisti sembrano trasporre questo clima freddo, nebbioso. Le luci sono soffuse, fredde e le pareti personificano le tenebre: location surreali, desolate, lontane dalla vivacità urbana. La prima a dare vita a questo mondo disincantato e’ Elisabetta franchi con la sua collezione “Garden temptation”.
Alberi secchi, spogli, affusolati che emergono da un terreno bagnato senza erba, un cielo blu scuro, quasi nero, coperto da una leggera nube di nebbia che incorniciano un portone antico, maestoso pesante come quello di un castello sperduto nella foresta: sono questi gli elementi che fanno da cornice alla presentazione della collezione autunno inverno 2015. Aprono la scena matrigne delle fiabe che vestono ampie gonne in raso nere, sormontate da maglioni grigi in tricot, alternate ad abiti in schiffon e frange che giocano sul movimento di queste e sulle trasparenze. Le matrigne lasciano quindi il posto a regine delle nevi, in abiti total White intarsiati di dettagli dorati: non mancano nemmeno le pelliccie in fake fur, che le avvolgono come lupi che si muovono sinuosi in questa foresta di alberi secchi; rami che vengono ripresi nella fantasia di abiti e gonne, giocando sui toni scuri del viola e dell’amaranto. Unica nota di colore e’ data dal rosso e dall’ariancio che fuoriesce nelle gonne e pantaloni dei look finali, quasi come accecare l’occhio e risvegliare da questo sogno. 
 




La stessa ambientazione surreale e fiabesca la ritroviamo in Alberta Ferretti. Durante il suo show, i colori del sottobosco e del muschio prendono forma in abiti e cappotti, i dettagli forestali di piume, alberi e foglie rifiniscono i capi fuoriuscendo in forma tridimensionale. Persino i tessuti seguono questo filo conduttore con la pesante ciniglia, velluto e pellicce, creando fate e troll provenienti dal mondo del fantasy, ma adattate alla vita urbana moderna. 



Dall’altra parte della città, invece, prende forma il secondo filo conduttore di questa settimana della moda: la pop art. Massimo rappresentante in questa prima giornata di sfilate e’ Fausto Puglisi, che mette in scena una collezione colorata, giovane, vitale. Le stampe dei tessuti riprendono gli effetti dei caleidoscopi, ovvero scheggie colorate di specchi infranti che si accostano perfettamente le une alle altre. Non manca nemmeno un autoritratto che lo stilista fa di se stesso, personificandosi nel viso della statua della libertà impressa in bluse e felpe, simbolo iconico della pop art americana. Le forme non si limitano alle stampe, ma prendono vita in ampie gonne a scultura e ruota, sormontate da stretti bustier attillati: una moderna ballerina di strada.


Le foto da Iphone sono fatte da me, le altre prese da google.it

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