Andy Warhol lo sapeva. L’arte non è solo quella dei grandi artisti contemporanei, dei dipinti conservati nei musei o delle sculture nelle storiche piazze. L’arte è tutto ciò che ci circonda, intorno a noi, nei nostri oggetti quotidiani, nelle bevande che consumiamo, nei personaggi che imitiamo e nei prodotti che mangiamo. E la moda di questa primavera/estate sembra non dimenticare tutte queste correnti di pensiero, a tal punto che fantasie, trame e modelli degli abiti emergono dai quadri del neoespressionismo, surrealismo e modernismo, riportandone il medesimo movimento e gioco cromatico. E così la boccetta dell’iconico profumo Chanel n°5 diventa una borsa che accompagna gli abiti di Karl Lagerfeld, il ritmo delle linee delle gonne e abiti di Alberta Ferretti segue l’insegnamento delle tele di Mondrian, l’action painting di Pollock cola sulle sete di Proenza Schouler e gli “scarabocchi” colorati di murales urbani prendono vita su jersey, nappa e feltro di lana di Prada e Cèline.
Non mancano nemmeno i tripudi floreali dei quadri impressionistici di Monet in sete e organze di Nina Ricci e Isabel Marant, e l’architettura antica greco-romana nei pannelli di Dolce&Gabbana.