L’ho vista. Come uno spettatore seduto nella platea di un teatro che guarda disincantato il movimento leggiadro delle ballerine. L’ho sentita. In quella sinfonia di suoni provenienti dalle musiche ritmate delle passerelle e dal bisbiglio delle “giurie tecniche”. L’ho annusata. In quel bouquet di aromi provenienti dalla fredda Senna addolciti dal tostato del pane caldo delle boulangerie e delle fragranze fruttate delle patisserie Ladurée. L’ho vissuta. Come una bambina che improvvisamente viene catapultata nel mondo delle fiabe, in una dimensione surreale e onirica.
Forti emozioni racchiuse in pochi frammentari scatti, colti dall’obbiettivo di un ipad che rare volte in quei giorni ha visto la luce del sole, poiché la realtà superava quel sogno dal quale non avrei mai voluto svegliarmi.