L’elegante maestosità dell’architettura neobarocca di Palazzo Parigi a Milano s’insinua perfettamente nello stile vittoriano di Giuseppe di Morabito, fornendo la cornice a una collezione di congiunzione tra haute-couture e streetstyle.
È il preraffaellismo inglese, con le grandi opere di Dante Gabriel Rossetti, William Trost Richards, William Hunt, Ford Madox Brown, John Everett Millais, William Morris ed Edward Burne-Jones a ispirare il giovane designer che, come un preraffaellita, si pone l’obbiettivo di unire l’elevazione sartoriale dell’haute-couture con materiali e forme dell’uso quotidiano.
I fiori d’autunno di Dante Gabriel Rossetti ricoprono abiti dalle ampie gonne in chiffon di seta, il cui movimento viene accentuato dalle minuziose lavorazioni in balze sulle lunghezze e volant nelle maniche.
Come le tuniche eteree indossate dalle muse di Evelyn de Morgan, l’evanescenza del tulle si plasma in lunghe gonne dai ricami tridimensionali, accostandosi all’elegante plasticità delle paillettes di tubini e corsetti, come l’incontro tra cielo e terra, tra spirito e materia.
L’incontro dei contrasti tra modernità e passato si accentua nell’accostamento tra i tessuti tecnici e il pizzo, dove il motivo floreale emerge nella geometrica trama a righe bianche e nere di felpe, tute e cappotti.
L’incessante movimento, come onde del mare, dell’intaglio della seta in lunghi abiti a sirena e bluse smanicate diventa metafora della propensione verso il nuovo che trascina dietro di sé la consapevolezza e l’esperienza delle arti del passato.
Metafora del parallelismo tra antico e moderno diventa il tailleur a pantalone skinny e giacca con peplum totalmente ricoperto di paillettes a motivo floreale, dove lo spirito onirico del preraffaellismo incontra perfettamente l’elegante praticità dei tempi moderni.
Una collezione che lascia sognare lo spettatore, accompagnandolo però al dolce risveglio alla realtà.