L’Haute Couture sorprende Parigi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando pensiamo alle sfilate Haute Couture di Parigi, siamo subito proiettati in una dimensione onirica, barocca, quasi antica, lontana dalla nostra quotidianità. Ci aspettiamo abiti suntuosi, adatti a musei e red carpet, ricchi di pizzi, rifiniture, perle e pailettes architettonicamente assemblate insieme e cucite a mano in giochi di ombre e chiaro-scuro. In realtà quest’anno non è stato così e, all’alba di una nuova era, si delinea un Haute Couture proiettato al futuro, che cerca le sue linee nel domani, lasciando il passato alle spalle come insegnamento, ma senza plagiarne le forme. Complice di questa nuova ventata di novità è Raf Simons per Dior che, all’interno di un’installazione in ferro addolcita dalla morbida moquette rosa del pavimento, fa sfilare una collezione che racchiude le linee, i tratti distintivi e le forme della maison Dior degli anni ’60 e ’70, proiettandoli in chiave moderna. La tradizione rimane radicata nei tagli e nelle rifiniture, ma le lunghezze si accorciano, i colori si accendono, i tessuti si miscelano tra fibre naturali e di sintesi, creando una donna elegantemente vestita nella sua quotidianità.
Non rimane indietro alla tendenza nemmeno Chanel che interpreta l’Haute Couture in chiave floreale, allestendo nel Grand Palais un immenso giardino signorile. I fiori degli abiti nella loro tridimensionalità si congiungono con quelli del landscape, scatenando la gioia di giovani ragazzi con annaffiatoi tra le mani. Elemento chiave è il cappello a tesa larga di campagna, la cui paglia si trasforma in seta nera, attribuendo una signorile eleganza nel lavoro agreste a contatto con la terra.
Trionfo di fiori abbracciato anche da Giambattista Valli, che ricopre le sue modelle di petali di organza e seta, tramutandole in fate leggiadre che svolazzano nel giardino del Grand Palais. Tutto è architettonicamente studiato come vuole l’Haute Couture, ma in una chiave minimal dei nostri tempi, lontano dall’austerità che da sempre lo ha contraddistinto.

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