La moda e il cibo si incontrano, si scontrano, si miscelano e si uniscono.
Il food è fast e street, è l’hamburger accompagnato dalle patatine nel cartone di plastica, è il cono di pesce fritto o di gelato mangiato lungo le vie del centro. E così la moda è fast e street, è veloce come le tendenze che vanno e che vengono. è street come i biker boots bagnati dalla pioggia indossati sotto una lunga gonna plisse solei.
Il food è eleganza, classe, raffinatezza e ricchezza: è il ristorante guidato dallo chef stellato che propone piatti dalle forti architetture sensoriali, è lo champagne dal sentore di gelsomino e pietra focaia che ci accompagna nei momenti più importanti della nostra vita, è il caviale degustato sul pugno della mano. E anche la moda sprigiona in sé l’eleganza dell’haute couture, i tessuti ricercati e ricamanti da migliaia di perle e pietre preziose, la costruzione architettonica delle gonne, dei drappeggi, delle rouge, la delicatezze delle sete e dei pizzi, così deboli e leggeri da sembrare quasi frammentari.
Il cibo è gioco, è colore, è la caramella incartata, è il morbido marshmallow, è la statuetta di cioccolato; e così la moda gioca con se stessa, gioca con le scarpe dai tacchi scultura, con le borse dalle forme particolari, con i bijoux in plastica e bachelite, con i cappelli dai ricchi pennacchi.
La moda e il cibo non sono mai state così unite, così vicine e non si sono mai così sostenute come in questo momento: l’anno dell’expo dedicato al cibo, dedicato a tutto ciò che ci nutre e che ci fa mantenere in vita. Vita intesa non solo come fisicità, ma anche come arricchimento culturale, come tutto ciò che ci fa stare bene e che ci fa sentire “vivi”al pari dell’arte che nei giorni nostri, nella fotografia e nella moda trova la sua massima espressione.