Milan Fashion Week Day 1: Angelos Bratis, Byblos Milano, Stella Jean, Gucci, Alberta Ferretti, Fausto Puglisi

Clima autunnale, traffico in tilt e alberghi sold out: così si apre mercoledì 17 settembre la settimana della moda milanese, tra sfilate a cielo aperto di fashion blogger, curiosi e addetti ai lavori in costante frenesia per svolgere al meglio il proprio lavoro.
Ad aprire il calendario della Camera Nazionale della Moda Italiana è Angelos Bratis, che al Teatro Armani porta in passerella una collezione fresca, leggera dedicata alla sua terra natale, la Grecia, al suo mare e al clima caldo ventoso che si respira nelle sue isole.
Fonte di ispirazione sono i quadri di Yannis Morales, pittore molto attivo nella politica della Grecia tra gli anni ’50 e gli anni ’70. Il modello predominante è il kaftano, ma rivisitato nel taglio a sbieco che segue le linee dei motivi geometrici della fantasia; questo taglio permette di creare dei giochi di movimento al passo delle modelle, come se fossero colpite da un soffio di vento.
Manuel Facchini per Byblos ci porta nel mondo dell’architettura e del design, rappresentando su abiti e felpe i primi studi di prospettiva. Linee geometriche che si diramano dal centro di proiezione posto a distanza infinita, come raggi di una ragnatela, disegnando giochi ottici e geometrici. Giochi e contrasti che si riflettono anche nell’accostamento dei colori saturi dell’arancio e blu elettrico, senza tralasciare il bianco e il nero.
I tessuti sono moderni e tecnologici: dal neoprene all’ecopelle, senza tralasciare l’immancabile jersey e seta. Non mancano nemmeno abiti da sera, dalle ampie gonne ad altezza caviglia, i cui ricami riproducono gli stessi movimenti di linee e prospettiva rappresentate nelle felpe di inizio sfilata.

Stella Jean è un’esplosione di colori, di vivacità, di stampe, di divertimento e fantasie. Immancabile è il riferimento alla sua amata Haiti, rappresentata nei disegni delle gonne, delle camicie che come fotografie prendono vita nei tessuti. Stavolta però non manca nemmeno un riferimento alla sua infanzia e adolescenza, alle sue esperienze che si denotano nelle maglie dei giocatori di basket e nello scuola bus rappresentato con ricorrenza sulle gonne. Ma sono persino elementi tangibili della sua terra ad andare in passerella: le borse, i gioielli, i monili sono interamente fatti a mano da artigiani locali. Immancabile è la sua gonna a ruota, ampia, a campana e a corolla finemente ricamata a mano.

Un’elegante e raffinata Charlotte Casiraghi seduta in prima fila, porta tutti i riflettori e l’attenzione della stampa su se stessa e sulla sfilata di Gucci. Frida Giannini si vuole divertire in questa collezione: porta in passerella il tema degli anni ’70, con le sue giacche militari con gli spallotti, i gilet in pelo lungo e i jeans boyfriend, interpretandoli in una chiave moderna, dei giorni nostri. Non mancano nemmeno i capi iconici della maison, come i trench allacciati in vita dalla cintura, le borse con la banda rossa e verde e gli abiti in maglia dal collo all’americana e gli stivali country. Il viaggio della stilista arriva fino al profondo oriente, alla Cina, le cui fantasie e ricami in seta prendono vita in camicie e abiti a kimono. Un omaggio forse alla sua nuova clientela orientale, forte acquirente dello stile italiano.
Alberta Ferretti, come è solita fare, ci catapulta in mondo onirico, fiabesco e bucolico. I campi fioriti, tanto rappresentati nei quadri Impressionisti, prendono vita in abiti chiffon attraverso fiori tridimensionali in seta magistralmente applicati e cuciti in gonne, bluse e vestiti. La donna romantica con i suoi capelli sciolti al vento, appena arricchiti da fiori raccolti sul momento, che scalza cammina in questi campi, vestita di abiti lunghi e leggeri, è l’immagine che fuoriesce dalla passerella. I tessuti sono prevalentemente leggeri e freschi come lo schiffon, la seta e lo shantung e i modelli ampi, morbidi, dalle maniche lunghe larghe, alle gonne gitane lunghe fino ai piedi. Dell’ambiente agreste viene ripreso anche il camoscio, che si plasma in frange applicate in giubbetti e gilet dello stesso materiale.
Fausto Puglisi mette in scena una collezione assemblando ogni elemento del suo background culturale e stilistico. L’amore per Gianni Versace lo si ritrova nelle forme trapezoidali dei capi e nei colori del nero, oro e chartreuse, al quale si mescola l’attenzione verso l’antica Roma, nei sandali gladiator, negli scudi rappresentati nelle felpe, e nelle giacche che diventano vere e proprie armature. Non è però la Roma dell’antichità, è la Roma rappresentata nei film di Liz Taylor girati a Hollywood e Cinecittà, i cui elementi cinematografici e scenografici si mescolano anche a quelli di altri film. Ed è per questo che persino la saga di Star Wars la vediamo rappresentata nei coat e abiti a trapezio in tessuto metallizzato dorato, e nelle rifiniture dorate delle gonne. Ritorno al futuro che si denota anche nelle fantasie ottiche a cerchi, leitmotiv ripetuto in vari abiti della collezione.
Photo: Courtesy of Vogue.it

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