Paris Fashion Week: Last Days

Il bello di Parigi e’ che a qualsiasi ora del giorno e della notte puoi fare quello che ami e che ti piace. Il bello di Parigi e’ che non dorme mai.. quando termina il rito della petit dejeuner, inizia il brunch e poi via il rito nelle comfiserie, i formaggi accompagnati da buon vino, la cena, le ostriche con lo champagne di mezzanotte e le crepe al sorgere del sole. Il bello di Parigi e’ che tutto è uno spettacolo: dall’elegante provocazione del quartiere di Pigalle, alla sofisticatezza dei caffè sulle Champs Elysees, agli artisti che lavorano senza sosta alle loro opere. Per noi sognatori e’ come trovare il nostro habitat naturale, la nostra casa. Ed è a casa che mi sono sentita anche in questo secondo e terzo giorno di Paris Fashion Week.

Albert Elbaz ancora una volta stupisce tutti con la sua collezione Lanvin. Il genio dell’artista veste una donna sofisticata, elegante in ogni momento della giornata. Le linee sono ben definiti un abiti con ampie gonne a corolla, longhette, accompagnati nella parte superiore da bluse trasparenti e top dalle spalline estremamente sottili. Non mancano inserti in frange e piume e cappelli a tesa larga che danno un’allure superba.

Rochas passa nelle mani di Alessandro Del’Acqua che porta un forte vento di innovazione, senza dimenticare le linee tradizionali della Maison. La donna di Rochas per il prossimo autunno inverno si districa tra colori accesi dell’arancio e blu elttrico, altrenandoli al burgundy e beige. Le forme sono ampie, le lunghezze sotto il ginocchio, ma la modella appare leggiadra e per nulla mortificata sotto queste.

Damir Doma punta sulla seduzione. La trasparenza e’ il leitmotiv della collezione che si intaglia in giochi di linee e figure geometriche intagliate in abiti seta e schiffon. Il nero e’ il colore dominante che contribuisce ad amplificare la sensualità emanata nel corso di tutta la sfilata.

Ma la collezione più scenica e’ quella di Gareth Plugh. La scena è proiettata in un contesto futuristico, lontano dal presente. Le modelle sono statue in marmo, maestose: come alieni provenienti da un altra dimensione avanzano con i loro abiti scultorei, ampie gonne rigide e cappelli di grandi dimensioni. Non mancano nemmeno i riferimenti al mondo dei balocchi, alle bambole, i carillon, perfettamente rappresentati nella valvola che fuoriesce dall’abito della modella principale della sfilata.

Sul finire, è l’esplosione della collezione Balmain. Una Rihanna in prima fila, in abiti provocanti e taglio a caschetto nero lucido, rispecchia perfettamente il leitmotiv della collezione: tessuti e colori metallizzati si plasmano in abiti dalle linee forti e decise. Le gonne sono arricchite dell’immancabile peplo tipico della maison che in giacche e top si apre a ventaglio formando armature di seta e pelle dai forti giochi ottici e cromatici. L’icona della donna guerriera della città, si rispecchia anche nei cargo verdi militari e nei trench arricchiti da dettagli animalier, che sul finale lasciano il posto a ricami a linee futuristiche, zebrate incentrate sul contrasto tra bianco/nero, giallo canarino e arancio.

E non potevo dimenticare l’ultimo momento piacevole di questa giornata: il Party Balmain Goes Crazy.
Al Crazy Horse di Parigi Balmain ha voluto festeggiare la sua collezione dando un party unico nel suo genere a base di seduzione e provocazione tra calici di champagne con baci impressi, spettacoli di burlesque e luci rosse come la passione. Ancora una volta ospite e attrazione principale della serata è stata una Rihanna che si è presentata con una maglia retata mostrando il proprio seno in tutta la sua bellezza.

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