Si alza il sipario del terzo giorno di fashion week su una Milano soleggiata e vogliosa di primavera.
La mia prima sfilata e’ Blumarine. Anna Molinari compie una grande rivoluzione stilistica nel suo genere, abbandonando lo stile romantic per vestire una donna aggressive, metal. Lo schiffon viene sostituito dalla pelle, il lurex si snoda tra le rifiniture, le lunghezze si accorciano in minidress e le scollature si approfondiscono sino alla vita; i colori diventano metalizzati nel nero e petrolio ad eccezione del bianco ottico che mantiene la freddezza della collezione. Una donna che volge il suo sguardo al mondo della notte, che lo affronta con grinta senza mai perdere la sua eleganza e sofisticatezza.
Etro si incammina in un nuovo viaggio. I colori sono quelli della terra, marroni, pece e antraciate ravvivavate dal classico paisley nei toni del burgundi e amaranto. Accanto a questo emergono tessuti etnici, dal carattere esotico il quale viene ripreso nei modelli, nelle pesanti cappe in feltro, nelle ampie gonne sotto al ginocchio e nei cuissards utilizzati sotto gonne e pantaloni.
Una donna aperta alle nuove frontiere e alle nuove scoperte che non rinuncia alla comodità.
Donatella Versace torna al passato, agli insegnamenti del suo grande defunto fratello. Il Jersey trionfa sulla passerella e si plasma nel taglio sbieco, dando movimento e sinuosità alle modelle. Gli abiti si allungano rispetto alle collezioni precedenti, ma ciò nonostante seguono perfettamente la forma del corpo delle donne risaltandone la siluette e il seno e attribuendone quella provocazione che da sempre contraddistingue le collezioni di Donatella.
Non mancano nemmeno dei rimandi al mondo cistercense nei colori del rosso, carta da zucchero, blu elettrico, navy e nei modelli delle giacche e cappotti a doppio petto. Anche in questo caso si può parlare di svolta e rivoluzione nella maison, anche se assume la connotazione del ritorno alle origini.