Una fredda mattinata, il colore della Senna che riflette il grigio celo e la campane di Notre Dame che scandiscono con fermezza le ore e la calca di GreanPeace che inizia a circondare il Gran Palais. Dentro a questo un mondo che ruota, lo stesso mondo che i protestanti dicono di voler difendere dai materiali tossici della maison francese. Ma quale tossicità? L’unica contaminazione che viene compresa è quella del cattivo gusto. A poco importa a chi è la dentro, perché stanno per assistere a un vero e proprio spettacolo, uno dei migliori della paris fashion week…stanno per assistere a uno degli show di Karl Lagerfeld per Chanel.
Dall’altra parte della città, Sarah Burton manda in scena solo dieci modelle a coppia, ma con abiti sfarzosi e imperiali. Un tributo al re sole, simbolo di Parigi e allo sfarzo clericale che traspare dalla location, l’Opera Comique, caratterizzata dagli intarsi barocchi e dai profondi specchi. Tessuti pregiate, lace, chiffon, piume e velluto finemente lavorato e ricamato vestono delle vere e proprie regine. Pochi pezzi ma rappresentanti l’opulenza, il lusso e la sfarzosità.
L’ispirazione di Dior proviene direttamente dall’arte. Linee marcate, sottili, eleganti che riflettono i quadri di Salvador Dali, dove il raso di seta si modella in sculture geometriche che accompagnano la falcata delle modelle in passi eleganti e sinuosi.